Sunday, March 9, 2014

2014

E’ il 2014.

Non vedo il sole. Lui c’è, indiretto, oggi ha cercato di entrare a forza tra le ferite dei palazzi di cemento della periferia dove mi trovo ad abitare.  Una periferia che sembra ignorare l’estinzione di un governicchio che ne ha generato un’altro, tanto sono tutti uguali, tutti ladri, c’è il sole governo ladro. Una periferia che mi ricorda la distanza dal centro storico e gli stabili signorili e l'aria di chi fa finta che le periferie non esistano.

E’ il 2014, mancano cinque anni alla Los Angeles di Blade Runner e qui, in periferia, i cassonetti dell’immondizia che servono centinaia di periferiche famiglie sono rotti. Entrambi. Poverini, nessuno ha pensato al Disaster Recovery dei cassonetti. L’immondizia è un business, e ci siamo fermati al Disaster. Nella psicovisione di Dick, a quest’ora avremmo dovuto inciampare in qualche gamba di androide tra la foll(i)a, ma ci limitiamo a sbuffare quando l’imbecille in Smart, ritenendo di essere tale (smart, non imbecille), salta la fila al semaforo evitando macchine e buche contromano e riesce a sfangarla incolume. E’ un mondo ingiusto, ma lo sapevamo. Anche in periferia.

E’ il 2014, in Italia. I Miliardari Pazzi di cui quest’espressione geografica è innamorata continuano ad urlare populistici anatemi e incitamento a rivoluzioni da realtà aumentata, e le loro diocesi propagano le insane grida dei leader alla popolazione telespenta davanti alla TV che a sua volta urla oppiacee sequenze di pubblicità-gentechecucina-pubblicità-calciocalciocalcio-pubblicità-soapopera-pubblicità-filmone-pubblicità. E’ inutile convincermi che sai, ho Sky, ma ce l’ho per vedere i documentari. Prendimi in giro, ma non così. La TV del delinquente di sotto urla. Urlare è una buona tattica, equivale ad avere più ragione del tuo interlocutore. 

E’ il 2014. La TV è impraticabile. La radio, un entità aliena sconosciuta. E’ come una TV, ma senza immagini, con l’allusione e l’illusione di avere un differente target culturale. Il risultato è che ti prendono per cretino senza immagini di supporto. Almeno non ti costringe ad avere gli occhi puntati sul casalingo parallelepipedo dell’oblio. L’unico e l’ultimo brandello di civiltà è la 100.30 filodiffusione (qualsiasi cosa voglia ancora significare), classica, a tutte le ore del giorno. L’eleganza di Sibelius stride con il cafone con gli occhiali a mosca che alza il dito medio al suvvone color canna fucile per una mera questione di centimetri stradali, ma almeno ne attenua l'aberrazione visiva.  

E’ il 2014, e la TV e la radio sono polarizzate verso la densità di popolazione. Rimane la rete. Il World Wide Web, la grande promessa della libreria digitale mondiale, è diventato - in significativa parte - una rete sociale. 
Diomio, un social network
Dicono sia nato per avvicinare le persone.  Avete mai visto un gruppo di persone davanti ad un singolo terminale Facebook? Dobbiamo tenerci necessariamente in contatto attraverso Hal9000? Abbiamo permesso agli strumenti di soggiogarci, alle megachat di diventare armi per il cyberbullismo, a siti web, e quindi ad elaboratori, di trasformarsi in armi di permanente dileggio e memorizzazione di massa. Fai un errore, rimarrai marchiato nei secoli dei secoli dell’energia elettrica. In un mondo dominato dalla tecnologia, la cancellazione degli errori non è prevista. YottaBytes di cappellate a disposizione di tutti. Asimov, con il suo Complesso di Frankenstein, era un precursore: il buon dottore aveva previsto  tutti i fenomeni di assuefazione, di utilizzo distorto e di odio neo-luddista del creatore verso l’oggetto creato. Ma di robot non ne abbiamo, abbiamo solo molti deficienti organici, ed il pensiero (e la speranza) che non siano tutti così.


E’ il 2014, Marzo, ed è ora di tornare a studiare Karate. Non so come, ma ci riuscirò. In fondo, non sono un androide. O forse si.