Tuesday, January 17, 2012

Sparaballe

Eravamo in quattro, ieri sera.

C'era Antonio Viaggione, detto Fregantò, alto unoecinquantrè in contumacia, rappresentante di cianfrusaglie elettroniche e noto specialomane (specialista cleptomane) dell'International Travelling, dei saccheggi di AutoGrill e asportazione sodomita di asciugamani-accappatoi-ciabatteinspugna-kitperilcucito-bagnoschiumashampoo dalle camere dei quadristellari alberghi visitati.

C'era Alberto Allegria IV, detto Binario, paraculo parastatale, 49 chili scarsi di umore (e alito) cattivo mantecati alla negazione della joie de vivre e sospetto catalizzatore di temporali, ruote bucate, lutti improvvisi, ritardo di treni ed aerei, gonfiamento spread, pestate di merda. Spesso associato a repentini e poco visibili sfregamenti di gonadi.

C'era Nestore Stoceppo, detto AncoraTù, addetto alle pubbliche relazioni di una ditta nazional-inutile, ego grande come il lago di Martignano e capacità intellettive che non riempiono un ditale, chiamato STM-FTM (son tut mi, fas tut mi) autopresenziante in qualsiasi accadimento di cui non viene richiesta l'opra sua (presentazioni powerpoint fumose, piantatura chiodi, disocclusione lavandini, livellamento gambe tavoli) ed umana garanzia di fallimento dello stesso.

E c'ero io, Isacco Gabbasani, detto Cannavota, ex programmatore, ex-asciutto come un grissino di Torino e correntemente afasico-balbettante, alla continua ricerca di una ex-professione ed incapace di voler bene e voler male. Miope, presbite, astigmatico e un po' stronzo.

"C-C-Che si fa, un p-pokerino?" chiesi.
"Non si può, qualcuno ha rubato le carte" accennò Binario, guardando Fregantò.
"Ho un'idea. Raccontiamo la cosa più incredibile che abbiamo fatto" suggerì AncoraTù.

Silenzio. Forse l'idea non era così peregrina, meglio che guardarci negli occhi (per me, comunque, esercizio inutile senza occhiali trifocali) o commentare le nuances dell'alito di Binario.

"Inizio io" avvertì preventivamente AncoraTù (e ti pareva). "Io ho salvato più di 400 persone su un 777 che sorvolava la Nova Scotia. Uno dei motori aveva ceduto, i piloti erano in shock da scarlattina istantanea e ho preso il comando, atterrando al JFK con destrezza di manovra. Il Sindaco di New York mi ha regalato, poi, una targa d'oro con una cerimonia formale consegnandomi anche la cittadinanza onoraria."
"N-n-non l'ho letto s-s-sui giornali" dissi io.
"Non volevo si sapesse, l'invidia è una brutta bestia" chiosò AncoraTù.

"Io, durante una trasferta a Lione, ho alloggiato all'Hotel dei Re nella Camera delle Meraviglie, e sono riuscito a fregarmi tutta la stanza, incluso: corredo, mobilio, sanitari, armadio, letto king-size, appliques e  due cameriere creole niente male" disse Fregantò.
"E come hai fatto a portar via tutta quella roba?" chiese Binario.
"Ero andato su con un camion" rispose Fregantò.

"Io ho trovato, nel mercatino del mio rione, il libro più prezioso al mondo, il libro che non può essere trovato, il libro maledetto. Il Necronomicon. L'ho scovato su una bancarella di libri di cucina e di fiabe per bambini, piccolo, nero e dannato." raccontò Binario.
"Accidenti. E che cosa ne hai fatto?" domandò AncoraTù.
"Niente. Pioveva, sono scivolato sul guano di piccione e mi è caduto in un tombino" sentenziò Binario.

Appena dopo la fine dell'enunciazione gli sguardi dei tre si posarono su di me. Stavolta li avrei fregati, ed avrei fatto un figurone da leggenda metropolitana. Iniziai con voce calma, senza ombra di balbuzie o di impedimento verbale.
"Grazie alla mia abilità di programmatore di calcolatori, sono riuscito a costruire un androide che replica esattamente le mie fattezze, la mia voce, il mio carattere ed i miei difetti, balbuzie inclusa. L'androide è talmente ben fatto e fedele che, entrato in funzione quattro anni fa, mi ha sostituito al lavoro e nella normale vita sociale. In questo momento state proprio parlando con lui, e non con il vero Cannavota, che è alle Mauritius in un villaggio all-inclusive".

Ancora silenzio.

"Non ci credo" disse Binario.
"Non è possibile" disse Fregantò.
"Boom! E' arrivato Einstein" disse AncoraTù.

Avreste dovuto vedere la loro faccia mentre, con movimenti lenti e maestosi, mi sono tolto la camicia e ho svitato il pannello centrale all'altezza del petto, mostrando ingranaggi, leve e lucine costruite pazientemente dal mio padrone.

Thursday, January 12, 2012

GAP 1263 - un sogno.

Libertà è libertà di dire che due più due fa quattro. (Winston Smith)

Non vedo il cielo dalla mia finestra, ma è come se ci fosse. Non è difficile immaginarlo, almeno per me, e forse questa è la causa dei miei problemi. Mente troppo fervida, quello che scrivevano i miei Tutori sul mio profilo personale. Trasformare la stessa linea di mattoni rossicci in una fetta di cielo riempito di nuvole è un gioco da ragazzi. Ho sognato ben altre cose, ma in un mondo dove i pensieri si trasformano in parole che qualcun altro ha scritto per te, i sogni sono un lusso, un tesoro da tenere stretto. E che gli addetti alla Sorveglianza, forse, non riescono ancora a scrutare.

Suona la sirena come ogni mattina. Da qualche tempo, ormai, il rumore stridente di acciaio contro acciaio della sveglia mi trova sempre con gli occhi aperti. La mia tuta distesa sulla sedia aspetta, e sembra un uomo piatto. Sorrido. Forse mi assomiglia. La macchia sulla manica destra mi fa l'occhiolino. La donna abbondante che usualmente serve il reparto Vestiario mi aveva spocchiosamente assicurato che sarebbe stata - come sempre - trattata a dovere, e che dovevo prestare più attenzione all'utilizzo dei beni dell'Unione. Nonostante le sue pingui rassicurazioni, ormai la macchiolina mi fa compagnia, è diventata familiare: penso che sia femmina, con capelli scuri e la saluto con il suo nome ogni mattina. Buongiorno Vera, come va?

Nel corridoio incontro due colleghi dell'Assemblaggio. LUM 0575 storce la bocca in un sorrisetto, ma capisco che è stanco. LOS 1176 mi alza le spalle e non sorride, ma capisco che ha dormito almeno un po', stanotte. Andiamo in Refettorio a far colazione, affrettando il passo, poi non si mangerà per altre 6 ore. Entriamo nell'androne, investiti dal solito odore di scodelle da lavare. In fila. Zuppa, caffè, due capsule rosse di Letracene. LOS sbuffa. LUM mi guarda, forse vuol dirmi qualcosa. Annoto mentalmente e lascio che gli occhi si abbassino sulla mia ciotola, innocui. C'è sempre qualcosa, o qualcuno, che ti guarda.

***

La via del ritorno sembra più breve, eppure costa più fatica. L'Assemblaggio ti costringe a rimanere fermo per ore, ordinando i pezzi che arrivano sui nastri e valutandoli per qualità di manifattura e funzione. Il calore dell'enorme sala alle volte è insopportabile, ed i nastri si macchiano delle gocce di sudore che stillano in continuazione. L'acqua è razionata, ed ogni goccia è un po' di vita che se ne va. LUM non mi guarda, o non riesce, o forse mi sono sbagliato. LOS ha gli occhi rossi, le occhiaie sembrano essere più marcate. Parlotta, ma non credo dica nulla. Mi auguro riesca a dormire stanotte, forse dovrebbe chiedere una dose di NeoBuspirene. L'ho preso, qualche volta. Dormi poco e senza sogni, ma almeno dormi. Arrivo nel mio Cubo. Tolgo la tuta, saluto Vera, ed in rima le dico che la vedo pallida, stasera. Non mi faccio ridere. Chiudo gli occhi. Chissà se in questo momento mi stanno osservando.

***

Il clangore della sveglia interrompe i miei pensieri. Mi giro verso la sedia nel tentativo di salutare la mia amica macchiolina, che resiste nonostante i tentativi di eliminazione. Forse anche Vera sta per andarsene. Lascio che un velo di pensiero malinconico riempia la voragine del mio stomaco e mi alzo per eseguire i piegamenti mattutini davanti alla VideoPresenza. Non so c'è qualcuno che sta scrutando, ma cerco di comportarmi come se ci sia sempre qualcuno, e forse è così. I piegamenti mi ricordano che sono prossimo ai cinquant'anni, e capisco perché la dorsale si chiama spina.

Incontro LUM insieme a FIC 0376, un rosso smilzo con vestiti che sembrano troppo grandi per lui, ed alzo il sopracciglio destro a mo' di mano che saluta, sforzandomi di sorridere. FIC mi guarda, e mentre cammina inciampa su di un'asperità del cemento e cade in terra senza un suono. Mi fermo, torno verso di lui e gli tendo una mano per farlo rialzare.
"Grazie, fratello."
"Tutto bene?"
"Credo di si."

***

Continuiamo a camminare verso l'Assemblaggio. Mentre raggiungiamo le postazioni davanti ai nastri, vedo LOS che continua a fissarmi con aria interrogativa e nello stesso momento mi accorgo di avere, nella mano destra, un piccolo foglio ripiegato. Capisco che me lo ha passato FIC mentre lo aiutavo a rialzarsi.  LOS continua a guardarmi: sono convinto che sappia del piccolo triangolino di carta nella mia mano. Inizia ad osservarla casualmente, come per avvertirmi di far presto a leggere e di sbarazzarmi del messaggio, mentre i pezzi da assemblare iniziano ad arrivare come un'onda di piena. Poco prima della PausAlimentazione, guardo il bigliettino inzuppato di acqua e lavoro e prima di nasconderlo nella tuta vi trovo scritto "non sei solo". Tocco la mia macchiolina portafortuna sperando di darle vigore. Lo stesso vigore che provo quando penso alla frase scritta in un biglietto di carta che ho dovuto nascondere. Lo stesso vigore che provo quando penso che, anche in un mondo dove sono più importanti le cose meccaniche delle cose che crescono, l'amore e l'amicizia possono ancora aver ragione della fatica e del dolore. Lo stesso vigore che provo quando penso che se Vera svanirà, potrò - forse - ricevere un altro bigliettino, che mi farà andare avanti nonostante tutto. Non sarò solo.


Tuesday, January 3, 2012

Desideri di inizio anno.

Visto che è ancora legale sognare, vorrei stilare la mia lista dei sogni - impossibili - da realizzare nell'anno che è appena iniziato.
  • Riscrivere La Villa Strangiato dei Rush in versione estesa, 44 minuti e qualche secondo, con intermezzi-cameo di altri brani progressive famosi allora ed adesso, e ricevere lodi sperticate da Neil Peart.
  • Vincere la Maratona di Roma in 2h 03m 10s, e all'arrivo fare marameo al secondo (Musyoki) scattando a ritirare il premio.
  • Leggere che il governo dello stato di Tristalia ha approntato una task force di agenti segreti da mettere alle calcagna dei SUV e dei loro padroni per capire quanto dichiarano al fisco.
  • Vedere che barboni e homeless salgono in cattedra al Parlamento, alle Università ed alle Aziende insegnando ai rispettivi responsabili che cos'è la dignità.
  • Dare forza interiore a chi ne ha bisogno, nessuno escluso.
  • Costruire e mettere in linea un sito web (svergogniamoli.com), da utilizzare a fini educativi, dedicato a chi non rispetta persone, leggi, decoro, educazione.
  • Inventare la pillola dell'orgasmo repentino e donarla a tutti i musoni giornalieri, endemici e genetici.
  • Vincere in un Kumite regolamentare (seconda serie) con il Sensei.
Per oggi può bastare, domani sognerò di più :)