Sunday, February 21, 2010

Mokuso

  • Alle volte l'analogia Shinseikai - scacchi sembra ancora più valida. Non è pensabile presentarsi ad un incontro o ad un semplice allenamento se prima non hai definito il tuo obiettivo e la tua strategia. Preparazione atletica e tecnica sono necessarie, forse non sufficienti se la strategia non è pronta e l'obiettivo chiaro.
  • Un allenamento perso non è recuperabile. Ho perso una preparazione atletica e quarantacinque minuti di Kihon Martedì scorso, e Giovedì me ne sono accorto per intero.
  • La differenza tra essere pronto e non esser pronto è una combinazione di fattori, che vedono quasi sempre al centro la capacità di concentrazione.
  • Ogni cosa richiede il suo tempo. Non credo sia possibile alterare il tempo di apprendimento di una disciplina dura come lo Shinseikai. Non posso andare più veloce, ma posso migliorare ogni cosa che faccio, anche lentamente. La qualità è più importante delle unità di tempo.
  • Mi intenerisco ogni volta che vedo un atleta che non può allenarsi venire all'ora prefissata, da una parte, in borghese, e guardarlo mentre ci guarda. Ogni volta penso: "E' venuto lo stesso". Ogni volta mi domando: "E, tu, lo faresti? Lo faresti?".
  • Spesso sento l'esigenza di urlare al mondo che questa disciplina mi mette costantemente in difficoltà. Corpo, mente, concentrazione a disagio. Sento di non essere adeguato. E proprio l'inadeguatezza è la molla per continuare.
  • Non riesco a vedere i miei miglioramenti, credo non ce ne siano. Non li sento. E' troppo presto. Il percorso è lungo. Pazienza, costanza, voglia di migliorarsi. Apprezzare il tempo speso nel Dojo. I miglioramenti verranno, dice il Sensei.
  • Shinseikai è tanto fuori quanto dentro. Un buon movimento è già buono dentro la mente. E' già lì.

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