Saturday, October 10, 2009

InnerVision

[Ambiente: Casa. Poco illuminato.]
Mattina presto. Piove. La pioggia attutisce i rumori molesti delle scimmie urlatrici di quartiere, li devia, li copre, li schiaccia verso gli inferi lasciando illusione di normalità.
Apro gli occhi.
E' Sabato. Un sabato mattina di disciplina, ma diversa dalle mattine di sport a cui ero abituato.
Mi preparo. Ascolto musica, le parole e le note dei Porcupine Tree sono malinconiche ma ferme e profonde. E perfette per una mattinata di pioggia.
I movimenti sono rilassati. E' sabato. Ma sono più veloci. C'è attesa. Fermento interiore.
I numeri da uno a dieci, usati nelle ripetizioni dell'allenamento nel Dojo, continuano la loro risonanza ed io li seguo, anche se so che durante la lezione la mia mente soggiacerà alle esigenze del corpo e non riuscirò a pronunciarli. Molte proposizioni pensate lungamente prima di entrare nel Dojo, poi, evaporano, o semplicemente non riescono a manifestarsi correttamente. Erano lì, ma sono rimaste lì. Un'altra delle cose che dovrei segnare nel mio taccuino dei miglioramenti.
La tazza del mio tè preferito è ancora bollente, e guardo le evoluzioni del vapore. Una situazione vissuta tante volte - fortunatamente - ma che stamane sembra essere speciale.

"Non pensare di esserlo. Convinciti di esserlo."



[Ambiente: Dojo. Mattinata di sole dopo la pioggia.]
Alcune circostanze non mi permettono di essere esplicito come vorrei, ma l'allenamento di stamattina mi ha colpito più di altri. E, sull'intero turbine tempesta tornado tuono di emozioni che possono affiorare guardando il sincronismo di giacche bianche che sfidano ogni istante la dannazione della gravità, vorrei ricordarmene due.

Il rispetto. La dignità con cui si onora il talento e la passione. Purtroppo, l'unica insegnante valida per una materia non accademica è la vita stessa, e le sue figlie: esperienza, disciplina, costanza.

Lo sguardo. Lo sguardo della persona che insegnando trasmette ricchezza interiore è uno sguardo profondo, umile ed allo stesso tempo forte. Uno sguardo che irradia rispetto per gli altri, per se stesso, per la disciplina che ama insegnare.

Sapevo queste cose, ma ora ne sono convinto.

"Non pensare di esserlo. Convinciti di esserlo."



[Ambiente: Casa. Pensieri Post-Training.]
Continuo a scrivere post su questo blog ignorando l'inversa polarità penna/pugno.
La penna, seppur digitale, mi è familiare. E' una zona di conforto. Sono costretto a scrivere e parlare in modi diversi per motivi professionali, anche se la miglior poesia, alle volte, è il solo silenzio. Il pugno, invece, mi è sconosciuto. Dopo un mese, so a malapena che esiste. E' un black hole, denso, con velocità di fuga talmente elevata da attrarre sensazioni (e cose) non prevedibili a priori.

Rispetto, Umiltà, Dialettica penna/pugno. La lista presente nel taccuino dei miglioramenti è sempre, rigorosamente, più lunga delle attestazioni di autostima che riesco a formulare, e la dialettica penna/pugno aggiunge un'altra riga che un giorno, magari lontano, sarà barrata per far posto ad altro.

"Non pensare di esserlo. Convinciti di esserlo."

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