Friday, October 9, 2009

Emozioni non lineari.


[Fast Forward: Venerdì, mezzogiorno]

Sembra passata una vita dall'inizio, ma è nulla. Un solo attimo. Tredici flessioni. Tredici squat. Tredici salti. Tredici sguardi in Tredici secondi. Tredici chiacchere nello spogliatoio.
Meridiano zero, il tempo passato dalla prima lezione è infinitamente piccolo rispetto all'obiettivo che ancora debbo tracciare, e sufficientemente grande per comprendere la solitudine di chi accende una candela a buio pesto e si accorge di non vedere nulla.

Caro lettore, non ti crucciare
non intendo esser amaro
quel che scrivo forse è chiaro
per capire dove andare.

Concentrazione. Studiare imparare capire ripetere ripetere ripetere ripetere e non cedere.

Meraviglioso :-). Inizio a reagire al training del giorno precedente. Non ho bollettini di guerra che mi provengono dal corpo, oggi. E' Venerdì, e domani ci si allena.
Sono un tipo fortunato!
;-)

[Rewind: Giovedì, ventuno e trenta]

Bella lezione, la quattordici (tredici, partendo da me, lo zero).
Nelle (poche) chiacchere pre-inizio Ivano il giallo si sorprende di vedermi asciutto.
Durerà poco, gli dico.
Il riscaldamento orchestrato da Tullio inizia velocemente, con passo sostenuto. Ogni esercizio inizia in pianura, che dopo pochi secondi diventa una salita, cambia in una salita ripida, e si trasforma rapidamente in una scalata sulla facciata nord dell'Eiger. Solo con te stesso, senza ganci ne strumenti di supporto.
Il tuo peggior avversario, te stesso. Voglio sconfiggerlo, superarlo. Se hai voglia di superare te stesso avrai anche voglia di superare gli altri, un giorno - dico tra me e me.
Pochi secondi, ed è tempo della tecnica, in coppia. Difendersi per poi attaccare. Schivare, assorbire, portare l'attacco sfruttando la forza dell'altro. Il Sensei corregge con occhio critico (e benevolo), e mostra gli esempi corretti. Io rubo con gli occhi, e metto da parte.

[Fast Forward: Venerdì, sei e quarantacinque]

La sveglia urla, ma il sonno è talmente profondo che non riesce a rompere la scorza del bozzolo che la notte mi ha costruito intorno. Sento solo uno scandire ritmico che mi accompagna alla mia tazza di tè, alla doccia ed alla scatola su ruote che mi porta in ufficio. Questi suoni continuano e mi provocano un semisorriso, incomprensibile agli altri, ma perfettamente sincrono con il mio umore (stranamente) leggero di questa mattina di OttobreGiugnoA25Gradi:
"ICHI - NI - SAN - SHI - GO - ROKU - SHICHI - HACHI - KU - JU!!"

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